Cleocin Bugiardino

Il farmaco Cleocin è un farmaco di classe C, Il principio attivo del Cleocin è Clindamicina   il prezzo rilevato per la vendita di questo farmaco è di circa 22,3€ a confezione.

Scheda Tecnica Cleocin

Cleocin è indicato nel trattamento di vaginosi batteriche/vaginiti aspecifiche (vaginiti sostenute da: Gardnerella vaginalis, Mobiluncus s.p.p., Bacteroides s.p.p., Mycoplasma hominis, Peptostreptococcus s.p.p.)

Controindicazioni Cleocin

La clindamicina (principio attivo di Cleocin) è controindicata nelle pazienti con precedenti anamnestici di ipersensibilità alla clindamicina, alla lincomicina o ad uno qualsiasi degli altri componenti di questo medicinale.
Inoltre la clindamicina è controindicata nei soggetti con precedenti
anamnestici di colite legata all'uso degli antibiotici.
Non somministrare nell'età pediatrica non essendo stata accertata la
sicurezza d'impiego e l'efficacia.


Confezioni
Cleocin 3 ov vag 100 mg
Farmaci Equivalenti
Ditta Produttrice
Pfizer Italia Srl

Cleocin Somministrazione

CLEOCIN 2% Crema Vaginale.
Crema vaginale a base di clindamicina.
Riempire completamente di crema l'applicatore ed introdurre
profondamente in vagina, estrudendo completamente tutto il contenuto.


Dosaggi Cleocin

Una applicazione al giorno di 5 g di crema (pari a 100 mg di clindamicina) al
momento di coricarsi, per 3-7 giorni consecutivi.
Riempire completamente di crema l'applicatore ed introdurre
profondamente in vagina, estrudendo completamente tutto il contenuto.


Effetti Cleocin

CLEOCIN è generalmente ben tollerato. Gli effetti collaterali più
frequentemente riportati sono stati cervico-vaginiti e vulvo-vaginiti
sostenute da Candida albicans e Trichomonas vaginalis, irritazione vulvare.


Cleocin in Gravidanza

Chiedere consiglio al medico o al farmacista prima di prendere qualsiasi
medicinale.
Poiché non esistono studi adeguati e ben controllati su donne nel primo
trimestre di gravidanza, l'uso della clindamicina è sconsigliato in questo
periodo.
Negli studi clinici, l'uso intravaginale di prodotti vaginali a base di
clindamicina nelle donne nel secondo trimestre di gravidanza e l’uso
sistemico della clindamicina fosfato nel secondo e terzo trimestre non sono
risultati associati ad anomalie congenite.
La clindamicina può essere utilizzata nel trattamento delle donne in
gravidanza durante il secondo ed il terzo trimestre se strettamente
necessario.
Studi sulla riproduzione, condotti nel ratto e nel topo somministrando
clindamicina per via orale e parenterale a dosi comprese tra 100 e 600
mg/kg/die, non hanno evidenziato segni di danni al feto causati dalla
clindamicina.
In un ceppo murino fu osservata palatoschisi nei feti trattati; questo effetto
non era però presente in tutti gli altri ceppi di topo o nelle altre specie
animali studiate: è pertanto da considerarsi un effetto ceppo-specifico. Non
sempre gli studi sulla riproduzione negli animali sono predittivi della risposta
nella specie umana.